Modern Warfare 3, dalla copertina

Call of Duty: Modern Warfare 3, erba di casa mia

di • 22 novembre 2011 • RecensioneCommenti (3)1887

La guerra degli FPS è passata dalle parole ai fatti. L’uscita di Call of Duty: Modern Warfare 3 ha infatti scoperto gli altarini preparati ad hoc da publisher, PR e chi più ne ha più ne metta: il giudizio di recensori e giocatori più caldi si è già palesato, dando merito o disprezzo alla nuova release dello sparatutto targato Activision. Una release nel senso Pcista del termine, perché, inutile girarci intorno, la prima sensazione che si ha del gioco corrisponde al dejà-vù. È una questione di interpretazione: a qualcuno non piace il già visto, ritiene che non abbia alcun senso riproporre persino gli stessi menù del precedente episodio in un titolo sul quale l’utenza dovrà trascorrere un anno buono; altri, invece, attestano a familiarità del setting e altre impostazioni chiave, volte probabilmente a ricreare un’impressione di accogliente “bentornato”, il successo dell’intera saga bellica. In questa disputa, che poi, vedrete, si concluderà senza vinti né vincitori, io mi piazzo nel mezzo: ci sta, ma era meglio evitarlo.

La missione al porto di New York, intramezzata da viaggetto subacqueo ed escursione in canotto, sembra estrapolata da un blockbuster hollywoodiano di fine anni '90

E dire che la sotto-serie Modern Warfare mi piace parecchio. Mai apprezzato gli episodi targati Treyarch, una software house che, sarò indelicato, non è decisamente all’altezza di Infinity Ward – quella originale, almeno. Sì, perché, sembrerà banale, il team di sviluppo ricostruito sulle ceneri di quello capitanato da West e Zampella ha poco di quanto me l’aveva fatto apprezzare in passato: la ricerca tecnologica è a dir poco ristagnante, e dire che Call of Duty 4 aveva causato la rottura di svariate mascelle per la bellezza delle immagini e il frame-rate incredibilmente elevato. Di quella spettacolarità – priva delle controversie inesistenti e create ad arte in prossimità del lancio – sono rimasti solo i 60 fotogrammi al secondo, che, mi pare il minimo, sono solidissimi e restituiscono un buon feeling di caos incontrollato. Più o meno allo stesso modo, il gameplay non ha fatto il passo in avanti che mi aspettavo: dalla collaborazione con Sledgehammer Games non è nato nulla di particolarmente eccitante, specie per quanto riguarda il quasi immutato (appagante a tratti e casinaro come sempre, ma ci torneremo a breve) multiplayer, e la nuvoletta che si è formata sulla mia testa, e giustamente, forse, anche sulla vostra, non riesce a non disegnarsi un mattone piazzato sul pedale dell’acceleratore: basta non toglierlo e la macchina continuerà a girare, possibilmente in cerchio. Perché a chiunque piace continuare un lavoro degno di nota, soprattutto quando si parla di business.

La stessa nuvoletta in cui alberga, anzi, per restare in tema, campera l’idea di un’avventura scriptata dalle squadre di Activision e mossa dal Frostbite 2 di DICE. Perché, se ve lo steste davvero chiedendo, Modern Warfare 3 ha ciò che manca a Battlefield 3 e viceversa: la spettacolarità della campagna. Osservare (eccelse, per regia e stile) scene da blockbuster apocalittico sparate a una risoluzione che non si avvicina nemmeno per sbaglio all’HD non è proprio il massimo; idem per un single-player che tocca rarissime vette d’interesse, pur godendo del motore grafico più avanzato nel mondo degli FPS. Anche in questo caso, è una faccenda d’interpretazione: dal nostro shooter era lecito aspettarsi tutti gli script possibili e immaginabili, che peraltro si dilatano in una trama per fortuna più lunga che nel predecessore; dal concorrente, timido imitatore, no. Tra i due titoli è innegabile che, in tal senso, sia proprio il titolo della scuderia EA a uscirne malconcio.

Ma Call of Duty è multiplayer e, come vi avevo anticipato in fase d’introduzione, le modifiche alla formula consueta, quella che, per intenderci, ha decretato il successo della serie, si contano sulle punte delle dita. Se Kill Confirmed e Team Defender, rispettivamente un deathmatch a squadre con raccolta di tag e una variante del classico Cattura la bandiera, rappresentano le uniche primizie in termini di modalità, i tre Strike Package – Assalto, Supporto, Specialista – tentano di mischiare le carte e tendere una mano al gioco a classi che è ormai trademark del già citato Battlefield. Il risultato non è dei migliori: non ho vissuto l’implementazione di vistosi e talvolta fastidiosi bonus, rilasciati in base alla categoria di appartenenza, come qualcosa di imprescindibile per la mia esperienza, tutt’altro; l’ho notato molto raramente, dal momento che Modern Warfare punta storicamente molto, moltissimo sullo scontro a bassa-media distanza (si può scorgere un avvicinamento alla concorrenza per l’ampiezza delle mappe, tutte di qualità accettabili ma senza cime), e che, quindi, l’utilizzo di droni e UAV rimangono un puro esercizio di fantasia.

Fantasia che non è mancata nella creazione delle Spec Ops, introdotte in Modern Warfare 2 e qui suddivise nei gruppi che rispondono alle missioni propriamente dette e all’immancabile Survival. Mentre a quest’ultima è difficile rinunciare, specie se si possiede un giro di compagnie piuttosto vivace, anche per merito delle chicche on-the-fly su personalizzazione dell’armamentario e conseguente approccio ai nemici, è nelle prime che ho riscontrato l’insperato fattore di novità: Infinity Ward offre la possibilità di giocare in scenari alternativi a quelli provati nella campagna solitaria, magari vestendo i panni dei cattivi di turno o, più semplicemente, sottostando a una varietà di modifiche più o meno intriganti (come un diverso punto di respawn). Pacchetto soddisfacente per quantità – Sopravvivenza è pressoché illimitata – e capacità di divertire.

Call of Duty: Modern Warfare 3 conferma dunque la saga Activision come punto di riferimento per chiunque si ritenga un videogiocatore. Che lo amiate o meno, infatti, avrete sempre una posizione nei suoi confronti, saprete sempre, a prescindere dalle opinioni altrui, se acquistarlo o meno al day one. Il mio suggerimento? Chiudete un occhio, e godetevi il matchmaking più rapido – ci mancherebbe altro… – e popolato del momento. Ignorate stupide ideologie e lasciatevi trascinare nel fango di Xbox live, se proprio non riuscite a vivere senza la razione minima di sparatutto quotidiano.

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  • Filippo Tozzi

    Il ragionamento sulla campagna e sull’aspetto tecnico dei 2 giochi citati, e pressochè perfetto. :)

    E’ dai tempi di Modern Warfare che non gioco un COD.. Non nascondo una certa voglia di farci un giro! XD

  • http://www.facebook.com/people/Davide-Maietta/100000685693348 Davide Maietta

    COD ormai può anche rimanere per sempre così, lo stesso gioco da secoli….venderà, venderà e venderà. Io intanto mi diverto con Battlefield, ma credo che un giretto su COD me lo farò sicuramente, giusto per divertirmi senza troppi pensieri. :)

  • Aringarosa76

    Non è piu la ”  infinity ward ” di john west è vince zampella……è la differenza grafica si nota è pure tanto…( vedi grafica di modern warfare 2 a mio giudizio è migliore ) a mio parere MW3 ha fatto un passo indietro…..la vera infinity ward non c’è piu.