Assassin's Creed III - Re Washington

Assassin’s Creed III: La Tirannia di Re Washington – Il Tradimento, il potere logora chi non ce l’ha?

di • 19 marzo 2013 • Videogames, inc.Commenti (0)2684

Grazie al DLC La Tirannia di Re Washington: Il Tradimento, scaricato nel fine settimana e giocato quanto basta per avere un’idea chiara sull’offerta di Ubisoft, ho potuto rimettere mano ad uno dei titoli più gettonati di fine 2012: Assassin’s Creed III.

L’impatto non è stato dei migliori. Giocandoci, infatti, ho avuto la netta impressione che il tempo sia stato abbastanza ingiusto con l’action/adventure di Connor Kenway: complice il primo sguardo alla next-gen, il comparto grafico mi è parso molto scialbo e l’intero pacchetto di animazioni, altrove acclamato, mi ha persino infastidito per la scarsa precisione donata ai movimenti.

Ciò detto, quanto il publisher francese mette sul piatto con la trilogia de La Tirannia di Re Washington è qualcosa che non ha alcun precedente nella storia dei videogiochi: un contenuto scaricabile per un prodotto già esistente, suddiviso in tre capitoli, ognuno con la sua caratteristica di base, e uno sforzo di fondo davvero pregevole in materia di story-telling e longevità. Oggettivamente parlando, il pacchetto vale ognuno degli 800 Microsoft Points richiesti e forse anche di più, specie se messo a confronto coi “colleghi” battenti altre bandiere.

Partiamo dalla trama. La narrazione de Il Tradimento, secondo dei tre episodi previsti, riprende direttamente lì dove si era interrotta in L’Infamia, con un Connor (continuerò a chiamarlo col suo nome occidentalizzato per una questione di comodità) ingiustamente imprigionato e impegnato a liberare non solo sé stesso ma il suo intero popolo. Sullo sfondo, come da copione, ritroviamo una figura alienata di George Washington, tra i padri fondatori degli Stati Uniti, rivisto dagli sviluppatori canadesi di Ubisoft in chiave tirannica: il generale altro non è che un corrotto imperatore dotato di alcuni inquietanti poteri magici e di una estrema crudeltà ben sottolineata dalle scene di intermezzo.

Un intreccio studiato nei minimi dettagli e ripreso dritto dritto dalle pieghe di Assassin’s Creed II, dove proprio Washington veniva intravisto in possesso della Mela che tutto e tutti corrompe, pur non essendone stato corrotto. Nella realtà ordinaria, almeno, perché in quella visionaria e quasi fantascientifica di questo add-on le cose sono andate in maniera molto, molto diversa.

“Fantascientifico” è l’aggettivo migliore per descrivere Il Tradimento. Qualcosa di molto vicino ad Assassin’s Creed III, coerente col suo tono e con la sua atmosfera tra il mistico e il paradossale, ma lontano anni luce dal primo capitolo di Altair. Per cui, ora passo alla visuale in soggettiva, l’iniziativa dell’editore francofono si dimostra encomiabile solo per coloro che abbiano davvero gradito l’ultima avventura di Desmond Miles, e non l’abbiano semplicemente portata a termine per pura devozione alla causa o perché, magari, si erano affezionati alla serie e non volevano abbandonarla. Per questo tipo di giocatore suggerirei la pausa che forse anche Ubisoft avrebbe dovuto tenere in considerazione anziché annunciare Black Flag.

Quanto alle peculiarità de Il Tradimento, saprete che la trilogia de La Tirannia di Re Washington si basa sui tre poteri che Connor riuscirà richiamare dalla tradizione spiritualistica dei nativi americani: uno del lupo, assimilato nel primo episodio e qui ritrovato appieno, più utile che mai per sparire durante le fasi stealth e ricomparire alle spalle dei nemici; uno dell’aquila, il protagonista del nostro, grazie al quale svolazzare rapidamente da una parte all’altra della mappa; quello dell’orso, infine, che sarà il fondamento dell’ultima parte.

La “skill” del falco è un’introduzione estremamente interessante e che, insieme a quella del lupo, avrebbe potuto trovare una giusta collocazione perfino nel titolo principale, se non fosse per la sua congenita capacità di accorciare i tempi di gioco: l’aggancio dei bersagli cui aggrapparsi può risultare un tantino ostico nelle fasi di addestramento, con location più chiuse e quindi meno adatte al volo, ma nella Boston aperta ed apprezzata in AC3 non avrete problemi di sorta.

Anzi, vi ritroverete ad effettuare delle uccisione acrobatiche – atterrando in picchiata sulla malcapitata preda, a mo’ di rapace dei cieli – senza neppure sapere di poterne essere capaci, il che dà la sua immotivata dose di soddisfazione. Aggiungo, a proposito di soddisfazioni, che ho inoltre apprezzato il ruolo di Benjamin Franklin in questo secondo capitolo.

Sì, quello armato è nientemeno che George Washington

Tirando le somme, in un mondo videoludico sempre più tappezzato da espansioni superflue e inconcludenti, va fatto un plauso ad Ubisoft se non altro per avere tentato di creare una ramificazione densa di contenuti piuttosto che dirottare tutti i propri sforzi su un ulteriore episodio della saga degli assassini.

Assassin’s Creed IV: Black Flag può aver stupito con un annuncio prematuro e inatteso, ma state tranquilli: è ancora lontano e soprattutto Assassin’s Creed III ha tanto da dare. Lanciarsi nell’avventura de La Tirannia di Re Washington, tenuta a mente la distinzione di pubblico che ho fatto poche righe fa e il fatto che Il Tradimento è solo il pezzo centrale di un unicum più grande, potrebbe rivelarsi un’esperienza piacevole.


Assassin’s Creed III: La Tirannia di Re Washington – Il tradimento è disponibile da oggi per 800 Microsoft Points.

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