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Con tre titoli disponibili al lancio di Xbox One, Ubisoft si conferma una presenza fissa ai day one delle console casalinghe. Assassin’s Creed, in particolare, con il suo multi-milionario stacanovismo si presta moltissimo ad essere il franchise di punta del colosso francofono e, in quanto tale, portabandiera della compagnia alle grandi premiére videoludiche. Assassin’s Creed IV: Black Flag, come fu per Assassin’s Creed III al debutto di Wii U, non fa eccezione, e vanta oggi una versione “rivisitata” in chiave next-gen per sfruttare le rinnovate potenzialità degli hardware offerti da Microsoft e Sony. Con quali risultati? Continuate a leggere per scoprirlo…

Abbiamo già snocciolato, in occasione della nostra recensione dell’edizione per Xbox 360, i motivi che fanno di Assassin’s Creed IV: Black Flag uno dei migliori esponenti della saga. Un’ambientazione riuscita e un gameplay arricchito di diverse componenti rispetto allo sciablo passato recente l’hanno reso divertente, godibile, più bello da esplorare che da vedere, meno ambizioso dell’immediato predecessore e forse per questo un gradino sopra nella scala della rifinitura. Con ritmi di produzione tanto elevati, infatti, chiedere alla pur multiforme Ubisoft di focalizzare la proprio attenzione in maniera eguale su molteplici aspetti della giocabilità è forse troppo: pertanto consideriamo le approssimative battaglie navali di AC3, che vantava un focus esponenziale sul gioco da terra, un punto di inizio per un Black Flag “innamorato” del mare, nel quale l’utente si ritrova a trascorrere più ore di quanto potesse inizialmente immaginare.

I PERSONAGGI

Ed è proprio in mare che si fa la conoscenza del vero protagonista di Assassin’s Creed IV: la nave. È la nave, con la sua pletora di personalizzazioni comunque secondarie, a tenere emotivamente impegnati i giocatori, grazie alla loro mole e a quella pesantezza capace di restituire la tangibilità dell’oggetto videoludico. Per intenderci, nulla a che vedere con i velieri leggeri e “sottili” del precedente episodio; piuttosto dei corpi robusti, delle bestie da domare, addomesticare ed amare man mano che l’esperienza crea un rapporto inscindibile con l’utente. Se per qualche istante avete storto il naso e pensato che i pirati non c’entrassero un tubo con Assassin’s Creed, dovrete ricredervi, perché la serie di Ubisoft sembra molto più a casa sua ai Caraibi che nella fredda e inospitale America delle origini. Anzi, vi sentirete dei pesci fuor d’acqua in superficie, dove l’Assassino Kenway avrà il suo bel da fare nei consueti ranghi del franchise, percorsi senza lasciare di un millimetro il (percorso e ripercorso in più salse) sentiero.

A proposito di Edward Kenway. Sono stato e rimango molto scettico sui protagonisti di questa serie, dei quali, per strane questioni di carisma occulto, meno si sa e meglio è. Mettere un cappuccio a un personaggio è il modo migliore non solo di nascondere il suo volto ma anche l’incapacità del team creativo di sviluppare degli avatar credibili, profondi, tridimensionali. Edward, di certo non assistito da un doppiaggio fastidiosamente banale, è di un 2D lontanissimo parente dei Mario di Nintendo: quando gli si chiede, per ovvie necessità narrative, un passo avanti, lui è sempre pronto a farne due indietro, e a consegnare all’accoppiata composta da mistero e ambientazione l’onere di portare avanti la baracca. Altro paio di maniche, e questa è già una notizia, mi è parsa l’elaborazione del setting moderno – con relativo nuovo viaggiatore temporale – di Assassin’s Creed IV: Black Flag: l’idea di rendere l’Abstergo una multinazionale dell’entertainment, addirittura editrice nella fiction insieme ad Ubisoft dei titoli post-Assassin’s Creed III: Liberation, è a dir poco affascinante e potrà costituire un terreno fertilissimo per le prossime iterazioni della serie. Non fosse per i già citati elevatissimi ritmi della produzione, suggerirei capitoli à la Final Fantasy: slegati l’uno dall’altro, con location e tematiche diverse, personaggi inediti e voli pindarici concessi senza remore. In un universo perfetto, fatto di azioni e conseguenti reazioni, forse saremmo già arrivati a questa svolta.

Vedendo il gioco ambientato ai Caraibi, infine, penso di non essere stato l’unico ad avere da ridire. Ancora navi? Pirati? E poi Altair non “sapeva” neppure nuotare! Poco male e, a dirla tutta, quella scelta per Black Flag è probabilmente l’ambientazione più ispirata dai tempi della Gerusalemme del primo Assassin’s Creed. Ho una mia personale opinione in merito alle location di questo franchise, confermata peraltro dall’episodio in questione: le mete esotiche rendono di più. Non so se si tratta di una semplice deformazione o comunque della volontà inconscia di trasferire le cose buone (non moltissime) dei titoli di Ubisoft in quell’atmosfera calda e minacciosa che abbiamo imparato a conoscere ai tempi delle Crociate. Ne tengano conto gli sviluppatori di Montréal…

Assassin's Creed IV: Black Flag

LA NEXT-GEN C’È MA NON SI VEDE

Fin qui abbiamo approfondito degli aspetti cross-generazionali, relativi alla struttura più narrativa che meramente ludica, di Assassin’s Creed IV: Black Flag. Avendo avuto l’opportunità di giocare per svariate ore con la mia copia del gioco, è però il caso di rispondere alla domanda che in questi giorni mi è stata più volte posta e alla quale non ho risposto in attesa di metabolizzare il primo impatto: la versione per Xbox One è migliore di quella per Xbox 360? Dovessi replicare in maniera secca, vi darei un “no”: siamo di fronte ad un porting bello e buono, che non migliora in maniera sensibile alcun fondamentale del gioco base.

Com’è già successo con FIFA 14, l’impressione iniziale non dà affatto l’effetto “wow” che la nuova generazione di console promette in altri lidi (Ryse? Forza 5?); abbiamo sì dei superiori effetti atmosferici e delle texture più definite allo sguardo attento dei criticoni, ma non quel salto che una maggiore cura o semplicemente uno sviluppo next-gen nativo avrebbe garantito. Inoltre, diversamente da Electronic Arts per la sua simulazione sportiva, Ubisoft non ha smussato le spigolature dell’edizione current-gen, come ad esempio l’IA nei combattimenti o le sessioni di nuoto in cui sembra di volare sull’acqua. È anche, se non soprattutto, su questi particolari che mi aspetto un cambio di passo rispetto alla generazione conclusasi de facto il 22 novembre.

Assassin's Creed IV: Black Flag

TIRIAMO LE SOMME

Assassin’s Creed IV: Black Flag potrebbe, alla luce di queste considerazioni, essere degno di un posto nella vostra line-up di lancio per Xbox One. A patto, e solamente a patto, che non lo abbiate già visto su Xbox 360 e non abbiate intenzione di cedere alle lusinghe della più economica versione per PC, o in ogni caso non vogliate avere un sample delle novità in divenire di questa generazione ai nastri di partenza.

In caso contrario, optando per il sesto capitolo della saga casalinga di Assassin’s Creed vi porterete a casa uno dei suoi episodi più riusciti, divertenti e “diversi”. Il feeling con la saga degli Assassini rimane immutato, che vi piaccia o no, ma l’introduzione finalmente seria delle battaglie navali e di una navigazione marittima credibile risultano alla lunga delle belle novità.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.