The Raven

1964, Londra. Un ladro senza scrupoli indossa la maschera di uno dei rapinatori più grandi che la storia abbia mai conosciuto, The Raven, e ha messo a segno un sonoro colpo al British Museum di Londra rubando l’Occhio della Sfinge, un inestimabile tesoro originario dell’Antico Egitto. Il gioiello gemello di quello rubato nella capitale inglese è in viaggio a bordo dell’Orient Express in direzione de Il Cairo, per una mostra esclusiva e irripetibile. Questo è l’intrigante incipit di The Raven: Legacy of a Master Theif, che vedrà protagonista il poliziotto Anton Jakob Zellner, non propriamente quel tipo di personaggio principale che ci si può aspettare da un’avventura grafica, ma che si rivelerà al contrario un soggetto dalla forte personalità e da tratti caratteriali atipici.

DETECTIVE IMPROVVISATO

Ma chi è questo misterioso individuo che ha rubato il prezioso gioiello lasciando come firma la stessa piuma nera di The Raven? Di certo non può essere quest’ultimo, il leggendario “ladro gentiluomo”, dal momento che l’impostore non si è fatto scrupoli a uccidere le guardie che custodivano il tesoro del British Museum, atto di cui non si è mai degnato il vero The Raven prima della sua scomparsa.

Sarà compito di Nicolas Legrand, noto ispettore dell’Interpol, scovare “l’erede” di The Raven e fermarlo, proprio come ha fatto precedentemente con quello autentico. Zellner dovrà semplicemente scortare l’ispettore Legrand, ma il nostro gentile poliziotto sente di dover approfittare di questa occasione per dare prova delle sue doti investigative e rendersi utile nell’operazione. È vero che Zellner possiede il dono della deduzione, come ha dimostrato a diversi passeggeri dell’Orient Express su cui è in servizio, ma questo suo grande interesse è anche dovuto alla sua sfrenata passione per i gialli, in particolare quelli della scrittrice Lady Clarissa Westmacott, che incontra per puro caso sullo stesso treno diretto verso Il Cairo.

Museum

Ma Lady Westmacott è solo uno dei tanti caratteristici personaggi inseriti nelle vicende di The Raven, ognuno dei quali offre il proprio contributo fornendo preziosi indizi a Zellner o finendo a loro discapito nella lista dei sospettati. I dialoghi sono una parte predominante dell’intero pacchetto e solo attraverso le conversazioni potremo procedere nelle nostre indagini; in merito a ciò sarà fondamentale scoprire ogni singolo indizio presente nello scenario: basterebbe la minima distrazione per rimanere inspiegabilmente bloccati in un livello. Se ci dovessimo trovare in una situazione simile possiamo sempre esaminare il fedele taccuino di Zellner, che tiene traccia degli indizi, delle descrizioni dei personaggi incontrati e dei progressi delle indagini.

Gli enigmi di Legacy of a Master Thief sono alla portata di tutti, basterà un minimo di intuito e una buona attenzione per completare ciascun puzzle, anche se ciò comporterebbe un’eccessiva semplicità per i veterani di questo genere di avventura punta-e-clicca. Nonostante ciò, tutti questi elementi godono di un’ottima varietà all’interno del gioco, grazie anche alla possibilità di utilizzare determinati oggetti raccolti nei vari livelli che potrebbero sbloccare una situazione altrimenti difficile dalla quale uscire.

UN DELITO (NON PROPRIO) PERFETTO

I ragazzi di KING Art Games hanno scelto la strada della grafica 3D per la sua avventura grafica, non è stata la scelta sbagliata visto il risultato complessivo, ma The Raven non è esente da qualche fastidioso difetto tecnico: spesso capita che Zellner rimanga bloccato mentre passeggia all’interno dello scenario di gioco, a volte per i fastidiosi bug presenti nel livello, altre che costringono il nostro personaggio a ripetere all’infinito un’azione appena eseguita. In quest’ultimo caso il risultato sfiora l’inquietante, vedendo Zellner che continua a compiere la stessa azione e ripetendo le stesse identiche parole finchè non forziamo l’uscita dal gioco. Non è proprio piacevole.

Messi da parte questi occasionali problemi tecnici, una buona direzione artistica ha sfornato degli scenari davvero piacevoli alla lista, ma spesso non sufficientemente originali da rimanere impressi nella mente del giocatore. Per quanto riguarda i personaggi invece è stato fatto un eccellente lavoro di doppiaggio, non si potevano avere interpretazioni migliori da ciascuno dei soggetti inseriti nell’avventura grafica; un vero peccato considerando che le espressioni facciali di questi personaggi non riescono a tenere testa alle sensazioni sprigionate dai loro dialoghi.

Orient Express

Abbiamo analizzato ogni singolo aspetto di quest’avventura grafica, ma vale la pena giocare The Raven: Legacy of a Master Thief? Si, a nostro parere. Se siete sempre stati appassionati dei gialli o, meglio ancora, se avete intenzione di avvicinarvi a questo genere, The Raven è una delle migliori avventure punta-e-clicca disponibili su Xbox 360. Una narrazione originale e mai banale vi terrà compagnia per un bel po’ di tempo, a partire dalle 8 ore necessarie per portare a termine il primo dei tre capitoli di Legacy of a Master Thief.

L’insolito protagonista vale da solo il prezzo del biglietto, il poliziotto Anton Jakob Zellner, un personaggio come non si è mai visto in un videogioco, molto più “umano” dei soliti soggetti incontrati in altre produzioni, caratterialmente imprevedibile e ciononostante capace di coinvolgerci emotivamente come pochi nelle bizzarre situazioni in cui verrà catapultato. Tenterà in tutti i modi di rendersi utile nelle indagini dell’ispettore Legrand, a cui non andrà molto a genio inizialmente. Ma il nostro Zellner si renderà molto più che utile, svelando dettagli passati inosservati all’attento occhio del veterano Legrand.

Il gameplay è quello tipico dei titoli di questo genere, senza nessuna particolare aggiunta che lo contraddistingue dalle altre avventure grafiche, e potrebbe risultare molto piacevole se non fosse per gli occasionali difetti di produzione in cui rischiereste di inciampare vagando in cerca di indizi. Nota importante: il gioco è esclusivamente in inglese, sia nel parlato che nei sottotitoli, consigliamo dunque l’acquisto solo a chi mastica un minimo della lingua britannica, in caso contrario vi consigliamo di attendere l’uscita di un update con il supporto all’italiano.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.