The Walking Dead Stagione 2 Season 1080p

Dopo il riscontro positivo di critica e pubblico che l’ha consacrata lo scorso anno, per TellTale Games si sono aperte le strade del successo, su tutti i fronti. Forte della riuscita della prima stagione di The Walking Dead, la software house californiana ha inaugurato una nuova annata con lo strepitoso – senza mezzi termini – The Wolf Among Us e si presenta sotto Natale con il regalone che porta il nome di The Walking Dead Stagione 2. E non finisce qui, perché, come ben sapete, durante i VGX sono state annunciate due nuove serie a cura dei creatori dell’intrattenimento videoludico episodico: Tales from the Borderlands e Game of Thrones. Insomma, TellTale Games sembra lontana dal piccolo studio di sviluppo che a malapena riusciva a sfornare cinque episodi di una sola serie all’anno.

In molti temono già per la qualità delle loro produzioni, ma ad oggi tutti i presupposti fanno presagire l’esatto contrario: con il primo appuntamento delle avventure tratte da Fables prima e All That Remains, il primo episodio della seconda stagione della serie tratta dall’apocalisse zombie secondo Robert Kirkman, poi, TellTale ha dimostrato di saper tenere alta l’asticella della quantità senza dimenticare quella della qualità.

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Gli zombie non guardano in faccia a nessuno

L’oggetto di questa recensione, All That Remains, riparte sedici mesi dopo le vicende della prima stagione. Questa volta siamo nei panni della “piccola” Clementine, virgolettata per l’appunto, proprio perché di piccolo ha solo l’aspetto. Clem è molto più matura rispetto alle precedenti puntate e a questo primo episodio è stato affidato il compito, oltre a quello di reintrodurla come protagonista, di dimostrare al giocatore che sa (o almeno sta imparando) a badare a se stessa, proprio come nei migliori auspici del suo amico/padre Lee. The Walking Dead per come lo conoscete è sempre lì, pronto ad aspettarvi con i suoi bivi e le sue scelte, con il solito carico di emozioni, che siano esse dovute a scariche di adrenalina o momenti particolarmente legati ai sentimenti di uno o più dei personaggi.

Al contrario di quanto ho letto in alcune delle recensioni internazionali, un po’ fredde rispetto a quanto secondo me merita All That Remains, il primo episodio di questa seconda tornata mi è sembrato incredibilmente coraggioso in termini narrativi. Certo, nulla per cui gridare al miracolo – quello lo faremo eventualmente solo a stagione conclusa -, ma pur sempre qualcosa di audace. Non voglio spoilerare nulla, ma provate un attimo voi a creare delle vicende forti che non guardino in faccia nemmeno al faccino di una bambina cresciuta fin troppo presto. Non ci sono differenze tra un omaccione come Lee e Clementine, è il mondo post-apocalittico che gira così e TellTale non si è tirata indietro mostrando una maestria senza precedenti. Per il resto, come è giusto che sia, l’episodio non fa altro che gettare le basi per gli eventi che si susseguiranno di puntata in puntata, senza dimenticare l’introduzione di un nuovo setting, di un nuovo gruppo di sopravvissuti e le vecchie conoscenze che si sa, non tardano mai a tornare.

Dal punto di vista ludico vero e proprio, anche qui non siamo lontani da quello a cui siamo stati abituati, anche se, permettetemi di dirlo, alcuni accorgimenti e novità provenienti da The Wolf Among Us sono ben accetti e rendono l’esperienza un tantino più godibile. Mi riferisco in particolar modo alla fluidità raggiunta e agli ampliati, seppur sempre limitati, quick time events. TellTale Games ha dimostrato di saperci fare con le avventure grafiche e, in attesa di una vera e propria rivoluzione dell’interazione nel genere, tutti gli elementi cardine sono al loro posto per mantenere in piedi un’offerta solida che si appoggia totalmente sulla potenza narrativa possibile solo con questo giovane medium.

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Narrazione seriale

Annoverati i pregi e ignorati i sorvolabilissimi limiti dell’opera in questione, non ci resta altro che discutere sul metodo di fruizione che, a mio parere, va abbracciato per godersi appieno l’esperienza firmata TellTale. Insieme alle produzioni cugine, The Walking Dead è uno dei pochi titoli che ha sdoganato la serialità propria della televisione americana nei videogiochi. È per questo che mi sento di consigliarvi di giocarlo nelle piccole dosi e nelle tempistiche con cui i suoi creatori lo hanno pensato. Solo così riuscirete a cogliere totalmente tutte le emozioni che si susseguiranno di vicenda in vicenda: sposando l’hype e quel minimo di cliffhanger che vi lasciano come degli imbecilli davanti allo schermo, consci di dover aspettare chissà quanto per poter vedere i risvolti delle vostre decisioni. Certo, c’è chi (e ne conosco diversi) odia in toto l’attesa e predilige la dose unica sparata nel modo che ritiene più opportuno, ma sono semplici punti di vista che nessuno non vi permetterà di preferire. In qualsiasi caso, il biglietto vi verrà a costare poco più di venti euro nella formula “primo episodio singolarmente e Season Pass per i restanti quattro”.

Detto questo, mi sento di promuovere ampiamente una puntata pilota che spalanca le porte a una sempre più promettente seconda stagione del The Walking Dead sponda TellTale, una serie in grado di annichilire senza colpo ferire le fonti da cui trae ispirazione, per il bene di noi videogiocatori e dell’intrattenimento maturo fatto videogioco.

Fiondatevi su Xbox Live: All That Remains è il regalo di Natale che tutti stavate aspettando.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.