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Titanfall, mitologia di una beta

Di • 14 febbraio 2014 • Commenti (1)0

Mi aveste chiesto di Titanfall fino a qualche giorno fa, avreste ottenuto risposte degne del miglior schizofrenico: sì, no, forse. Da un lato vi sareste ritrovati, insomma, il fanboy che acquista poster giganti, se li fa incorniciare e li appende in camera; dall’altro, il videogiocatore maturo e vissuto che predica calma perché, si sa, la fregatura è dietro l’angolo quando si parla di esclusive third-party.

Beh. È giunto anche per me il giorno di prendere una posizione perché la beta di Titanfall è partita proprio oggi e, grazie al codice offertoci da Xbox, sono riuscito a giocarci con un discreto anticipo. Roba di ore, ammesso che riusciate ad accaparrarvi un pass per una versione dichiarata erroneamente open e, fondamentale, vogliate effettivamente prendervi parte. Pure quest’ultimo dubbio mi era rimasto.

Ma poi… dovreste vederlo, il poster che ho appeso in camera.

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I PRIMI DIECI MINUTI

I primi dieci minuti di Titanfall, almeno nella versione beta su cui ho potuto metter mano, partono e si esauriscono con un tutorial in ascesa. Si inizia con la più classica delle calibrazioni per la levetta analogica e, nel giro di qualche istante, ci si ritrova già a saltare a destra e manca sui muri, un po’ come in Mirror’s Edge – o meglio, esattamente come in Mirror’s Edge. Aspetto curioso di questi passaggi è che avvengono in ambienti asettici à la Portal, bianchi, con quel retrogusto di blu al neon che fa tanto distopia; tutto fuorché quello che ci si potrebbe aspettare da un titolo del genere, pacchiano nel suo voler trascinare l’utente in una baraonda senza precedenti e motivi apparenti.

E qui è il delirio dei contro, il trionfo a mani basse dello scetticismo. La grafica: ci voleva una console next-gen per far girare questa roba? Sì, ok, i sessanta fotogrammi al secondo si vedono a occhio nudo e l’interfaccia fa tanto Halo – sapete, è una ragione bastevole se siete fan delle console di Microsoft -, ma gli ambienti sono aridi, asciutti, quasi monocromatici. La continua impressione di dejà-vù: persino i tanto decantati 60fps sono motivo di risentimento, perché Respawn è stata fondata dai creatori di Call of Duty e la fluidità a mille è, rimarrà sempre un marchio di fabbrica della serie rimasta in mano ad Activision; saltare sui muri, l’ho già detto, è invece priorità di Faith ed Electronic Arts; il bianco è di Portal; l’interfaccia è… indovinato, di Halo e quei salti vertiginosi – letteralmente, mi fanno sempre appiccicare alla poltrona – li abbiamo visti anni e anni fa noi esperti di videogioconi…

… poi succede qualcosa. Scatta quella scintilla che trasforma la sensazione di stare vivendo un momento storico – tipica di quando provi le cose in anteprima, quindi non c’è da fidarsi troppo – nel momento storico stesso. Quali azioni videoludiche vi hanno dato il feeling della potenza? Molte, immagino. E quante quello dell’onnipotenza? Onestamente, credo poche. Trovarsi a maneggiare un titano, pur di fronte ad altri titani, rientrerà tra queste.

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SALIRE SU UN TITANO

Appreso l’uso della pistola smart – un dispositivo capace di mirare autonomamente ed esplodere più proiettili, a più bersagli in un solo colpo – , il tutorial volge quasi al termine quando, abbattuti degli inermi nemici controllati dall’IA, viene chiesto al giocatore di chiamare a sé un titano. Spingi la croce direzionale verso il basso e, d’un tratto, vedi palesarsi una macchia nel cielo. Che scende, e scende. È tutto molto rapido e fluido, a restituire l’immagine del vero che vero non è. Questione di secondi e, premendo il tasto X, si sale su un titano. Un’esperienza che potrebbe cambiare la vostra vita di gamer.

Intendiamoci: mi è stato chiesto della grafica e, francamente, la ritengo una domanda stupida. Non aspettatevi la grafica da questo – peraltro multiplayer-based – gioco perché, per quanto possa essere buona, non sarà mai all’altezza di uno story-driven. Lasciate perdere, se per voi si riduce tutto a questo o ancora siete a caccia della prova che i vostri €499 non sono stati spesi tanto per. Vi direi compratevi un PC ma, tanto, anche in quel caso sareste ostaggi degli standard imposti dalle console. Piuttosto, pensate a giocare, pensate alle esperienze che dovreste essere curiosi di provare.

Salire su un titano, dicevamo. I movimenti sono quelli basilari: c’è lo sprint, c’è il balzo laterale e sull’asse verticale (particolarmente intrigante quello all’indietro, come potete immaginare, per via del peso del mech), c’è la smitragliata. E poi ci sono le caratteristiche peculiari, quelle che cioè rendono titano un mech. Secondo me sono due le feature che, se la comunità si darà il tempo di padroneggiare, definiranno Titanfall: vale a dire la possibilità di bloccare i proiettili esplosi dagli altri titani, in una sorta di telecinesi à la BioShock, e l’utilizzo dei missili, sparati in batterie e non singolarmente per creare un danno degno di questo nome.

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E poi ci sono i combattimenti a mano nuda. Avete capito bene: così come è possibile darsene di santa ragione giù dal titano, allo stesso modo lo si può fare una volta a bordo. Ed è questo, presumo, ad avermi esaltato al punto di parlare di “onnipotenza” poc’anzi. Una volta “stordito” il titano avversario è necessario frantumarlo, renderlo inutilizzabile – col suo pilota obbligato, dovesse farcela, ad espellersi senza paracadute. Per farlo si ricorre alla più semplice delle scazzottate. Chiamerei di nuovo in causa BioShock perché, a conti fatti, tutto questo realizza la visione del Big Daddy che mena le mani in quel di Rapture: calci e pugni su un enorme robottone che giace al suo, anelando di riprendersi ma destinato irrimediabilmente alla morte. La caduta del titano.

AND THE WINNER IS

Giungendo alla conclusione di questo articolo, guardando indietro con un po’ di adrenalina che ancora mi scorre dentro, mi fa strano aver speso certe parole per un titolo multiplayer. E mi spiace se leggendo avete avuto difficoltà a capire, come l’ho avuta io quando mi parlavano estasiati quanti l’hanno provato in giro per le fiere lo scorso anno.

Titanfall va giocato e questa beta è l’occasione più ghiotta che avete per farlo, per farvi un’idea su cosa potreste ritrovarvi tra le mani. Per aiutare anche noi del settore a comprendere meglio le sue meccaniche più semplici, quelle che vanno al di là dei tanti orpelli che ho voluto raccontarvi oggi.

Orpelli che avranno l’onere di diventare portata principale: ammesso che l’uomo, la macchina più intelligente e stupida a popolare la terra – e Xbox Live, e Origin -, non riesca a sciuparli nei mesi a venire.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.
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