Project-Spark

Trovarsi di fronte a Project Spark non è di certo come analizzare il solito titolo cross-platform di turno. Il cambio generazionale prodotto dall’arrivo delle console next-gen, in questo caso specifico Xbox One, ha aperto nuove frontiere ed espanso gli orizzonti di chi sviluppa e di chi semplicemente usufruisce dei videogame. Le potenzialità della console Microsoft non sempre sono utilizzate per elevare alla massima potenza il comparto grafico o per creare mondi sconfinati; poter modellare questa nuova fonte di “energia videoludica” può portare anche qualcosa che prima non si poteva nemmeno pensare di sbozzare, in una scala così estesa.

Qualcuno ha deciso di cambiare le regole del gioco: stanchi di dover tenere ben separati i mondi dell’utenza e dello sviluppo, i ragazzi di Team Dakota e Microsoft hanno studiato per circa due anni la possibilità di donare un videogioco del tutto rivoluzionario, in grado di dare a chi ha il pad in mano qualcosa da fare, a livello scenografico (e non solo). Nasce così Project Spark, editor-game unico nel suo genere.

Dopo il successo al lancio della Beta versione PC per Windows 8.1 (di cui vi abbiamo già parlato nella nostra prima anteprima), con ben 250.000 utenti aderenti, Team Dakota ha finalmente reso possibile la prova per console, da tempo attesa da chi vedeva in questo gioco qualcosa di straordinario. Dopo aver provato con mano la forza di questo nuovo videogame, francamente è difficile dare loro torto.

Quello che si apre di fronte a noi è un universo virtuale dalle dimensioni infinite, del tutto plasmabile grazie ad una grande quantità di componenti scenografici e linee di interazione da regalare a chi vive all’interno della nostra “storia”. La Beta si presenta quindi con due modalità distinte ma allo stesso tempo legate tra loro: Play, che vi consente di giocare all’interno dei mondi da voi progettati oppure accedere a quelli modellati dai membri della community, e Create, piattaforma di sviluppo nella quale è possibile modellare un mondo dal nulla, grazie ad un intricato sistema di menù ed altrettanti oggetti selezionabili.

Ci siamo ovviamente soffermati nella creazione del nostro mondo videoludico, cimentandoci in una sfida che a primo impatto quasi stordisce per la vastità di possibilità che è in grado di offrire. Inizialmente, il nulla più assoluto: un area completamente sgombra ed apparentemente infinita nella quale è possibile collocare terra, alberi, villaggi, uomini e donne. Una volta costruito quello che sarà il palcoscenico per la nostra messa in opera, potrete stabilire tutte le regole della partita: dai movimenti dei singoli personaggi fino alla tempistica legata allo svolgersi degli eventi nell’avventura.

Project Spark si pone come unico titolo in grado di garantire (con precisione e dettagli sopra la media) un’avventura di design videoludico in pieno stile.

L’idea studiata da Team Dakota e Microsoft è senz’altro di ottima fattura: in un mondo videoludico sempre più “sharing”, la possibilità di condividere dei videogame d’autore darà il via ad un escalation di soluzioni, idee ed emozioni all’interno della community di Xbox One, rendendo il compito del creatore molto social e non più legato a binari economici o di marketing. Ma è proprio su questo aspetto che si sentiamo di dover porre un punto interrogativo di una certa rilevanza: l’utente può sì donare grandi soddisfazioni ma con facilità può anche divenire un arma a doppio taglio.

Di fronte ad un universo come Project Spark, di fatto primo esempio di sviluppo amatoriale di un videogame per console, la reazione della massa potrebbe non essere così scontata e rivelare difficoltà non indifferenti nel intuire completamente tutti i comandi e le sfaccettature ad essi legate. Vincolare il progredire di un videogame alla community non sempre può pagare e dobbiamo anche sottolineare come sia difficile, almeno in questa Beta, prendere confidenza con i comandi e riuscire a tirare fuori il vero potenziale di Project Spark.

Un’ulteriore perplessità (legata probabilmente allo stadio di sviluppo di Project Spark) riguarda la capacità di Xbox One nel gestire l’immensa mole di dati che il videogame è in grado di generare e, soprattutto, il sapere tener testa alla continua necessità di cambiamento della scena: già all’interno di questo test abbiamo riscontrato diversi momenti in cui il gioco pareva bloccarsi o almeno fare molta fatica a portare a compimento una specifica richiesta.

È comprensibile come la grandezza di un progetto simile possa tradursi in difficoltà tecniche, ma attenzione a non far traboccare il vaso e far perdere l’ispirazione a chi questa volta (e sottolineiamo per la prima volta) ha il compito di concepire un’avventura videoludica.

Siamo certi, come detto, che questa Beta possa ritenersi uno step ancora distante dalla versione definitiva del gioco e che i bug presenti siano frutto di imperfezioni temporanee. Se Team Dakota riuscirà a stabilizzare questi eventi e dare maggiore flessibilità a Project Spark, potremo affermare con una certa sicurezza che questo editor-game avrà un grande avvenire.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.
  • Chry

    Se non sbaglio durante l’E3 la dimostrazione della creazione di mondi avveniva con comandi vocali, e la modellasione del terreno con l’uso del kinect, mi piacerebbe sapere quali pregi dia lavorare con un editor così intuitivo e quali difetti sono sorti

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