MXGP

Grazie all’impegno profuso e ai risultati ottenuti (non sempre eccellenti), dopo la licenza del campionato mondiali di rally, WRC, e quella del campionato di MotoGP, la milanese Milestone è riuscita ad entrare in possesso di un’altra licenza legata al mondo delle corse motorizzate: quella del campionato mondiale di motocross.

Il primo titolo di MXGP sfornato da Milestone è una manna dal cielo per tutti gli appassionati di questo sport, che non avrà un seguito come quello della MotoGP ma ha il suo pubblico di nicchia. Un pubblico che da sempre sogna un titolo capace di riprodurre fedelmente tutti i tracciati, i piloti e le livree delle moto, che rendono l’immedesimazione totale.

Le piste presenti in questa nuova iterazione sono quattordici, anche se tra queste purtroppo non figurano il circuito del Trentino e il Gran Premio di Bulgaria, mancanza che non riusciamo a spiegarci. Com’è strana la mancanza di tre gare del campionato mondiale, normalmente composto da diciassette gare.

Sin dal primo avvio, il titolo si presenta sobrio, con un’impostazione dei menu molto classica e una musica di sottofondo azzeccata, anche se i brani presenti sono in numero ridotto. Chi ha già giocato agli altri titoli Milestone si accorgerà di tutte le similitudini che possiamo trovare in questo nuovo MXGP. Avremo la possibilità di scegliere diverse modalità, tutte ormai ben collaudate, che vanno dall’onnipresente gara singola all’attacco a tempo, passando per le sfide multiplayer e giungendo infine alla modalità cardine dei titoli di corse: la Carriera.

Nella modalità Carriera, proprio come succede in tutti i titoli sportivi, saremo chiamati a creare un nostro alter ego virtuale, che avrà il compito di farsi strada a suon di spallate (è il caso di dirlo) sulle piste fangose per scalare le posizioni in classifica ed incoronarsi campione. Il tutto partendo dalla classe più bassa, la MX2, per poi salire in quella regina, la MX1. La componente multiplayer è ben studiata e offre gare fino a dodici giocatori, con gare che non saranno mai poco affollate: in mancanza di componenti umani, infatti, il gioco provvederà a riempire gli spazi vuoti con avversari gestiti dall’IA, in modo da non rendere una gara monotona e vuota.

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Le differenze dettate dal passaggio di classe saranno ampiamente percepibili, data la maggior potenza delle moto della classe regina. Durante le gare da noi disputate, nonostante la buona caratterizzazione dei paesaggi, abbiamo comunque riscontrato problemi di pop-up, tearing sporadico e la presenza di texture a bassa risoluzione – elemento questo non percettibile nel corso di una gara (ce ne siamo accorti soprattutto cadendo) -. Per rendere un gioco di corse il più realistico possibile, inoltre, ci saremmo aspettati una deformazione in tempo reale del tracciato al passaggio delle moto: questo non avviene e fatichiamo a spiegarci come mai in un titolo datato 2006 come Sega Rally questa caratteristica era presente, mentre qui no.

Il gameplay è il punto di forza di questa nuova serie di giochi targati Milestone e, seppur non si presenti mai come frustrante, richiede di passare diverso tempo attaccati al joypad per il pieno controllo. L’impostazione è quella che i developer italiani avevano intrapreso con la serie MUD: un modello di guida accessibile ai più, complice una semplificazione dei comandi di guida, con l’eliminazione in toto della frizione, che non è attivabile nemmeno ai livelli di difficoltà maggiori. Questo, unito alla possibilità di scalare la difficoltà e l’intelligenza della componente IA del titolo, rendono MXGP fruibile a chiunque non abbia mai visto una moto da cross.

Progredendo nei livelli, e man mano che le sfide si fanno più impegnative, dovremo iniziare a familiarizzare con il sistema di comando a due levette, che servono ad inclinare l’asse della moto, quella sinistra; alla destra è invece relegato il compito di sbilanciare il corpo del pilota, garantendo un controllo quasi totale del mezzo. Tale sistema di controllo è molto utile nel caso di salti o di curve a gomito, nella quali una semplice frenata non basta.

MXGP

Le animazioni del pilota sono inoltre molto credibili, anche se alcune volte risultano troppo legnose per un titolo che fa della plasticità dei movimenti il punto cardine. Per non parlare delle compenetrazioni poligonali, che risultano molto vistose in occasione della partenza, anche se crediamo sia una cosa voluta per evitare cadute a catena.

Logicamente Milestone ha pensato anche ai neofiti di questo genere, che si avvicinano per la prima volta ad un titolo del genere, inserendo dei tutorial doppiati in Italiano in maniera impeccabile (ma va….). Questi aiuteranno anche il più imbranato giocatore a diventare padrone di tecniche avanzate come il whip e lo scrub che, se eseguito in maniera perfetta, può garantire un enorme vantaggio rispetto agli avversari.

La gestione delle inquadrature, come in ogni gioco motociclistico che si rispetti, è saldamente ancorata alle spalle del pilota, che potrà decidere a che distanza posizionarla. Durante le nostre prove, abbiamo girato con la visuale dall’interno del casco, che ci ha restituito il senso di adrenalina proprio di queste gare. Quanto alla componente audio, non è possibile che i motori delle MX2 sembrino in toto uguali a quelli della classe superiore, nonostante la maggior potenza ed il maggio numero di cavalli.

Tutto sommato, a parte alcune lacune di gameplay, come la deformabilità del terreno, la fisica leggermente distorta e alcune compenetrazioni poligonali o il comparto sonoro non all’altezza, il nuovo nato in casa Milestone soffre di problemi legati alla gioventù più che ad una disattenzione da parte degli sviluppatori. Ma i presupposti per un bel titolo di motocross ci sono tutti: basta solo saperli sfruttare, ed il team meneghino ha tutte le carte in regola per riuscire a correggere quelle sbavature che relegano un titolo allo scaffale del negozio, piuttosto che alla libreria di casa.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.