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Castlevania: Lords of Shadow 2 segna la fine della trilogia iniziata con Lords of Shadow e Mirror of Fate. Le vicende della famiglia Belmont, afflitta da disastri e tragedie secondi solo alla famiglia Forrester di Beautiful, vengono raccontate attraverso il suo esponente Gabriel, ormai sopraffatto dall’oscurità e divenuto il Principe delle Tenebre, la rilettura del team Mercury Steam del mito di Dracula.

Lo abbiamo giocato su Xbox 360, la console che ancora resiste stoica allo tsunami next-gen. Vale la pena dedicarsi ad annientare mostri di ogni genere e sfidare Satana in persona nel nuovo capitolo della saga? Scopriamolo.

Buon sangue non mente

Dicevamo della famiglia Belmont che non è esattamente quella del Mulino Bianco. Le vicende di Lords of Shadow 2 seguono quelle di Mirror of Fate e, ovviamente, il primo Lords of Shadow. Attraverso un riassunto a seguito di un tutorial con il quale prendiamo confidenza con Dracula, ci viene raccontata la storia della dinastia Belmont fatta di morti tragiche, imprese epiche, sacrifici, intrighi e colpi di scena, fino ad arrivare al presente.

Dracula viene risvegliato dal maligno Zobek, doppiato niente meno che da Sir Patrick Stewart, costretto a chiedere aiuto a Gabriel per contrastare l’invasione della Terra da parte di Satana e i suoi seguaci. In pochi istanti ci ritroviamo perfettamente calati nelle atmosfere tipiche della saga, con l’unica novità rappresentata dalla Londra del futuro costruita praticamente intorno al castello del principe delle tenebre.

Ed è con questo dualismo che si svolge l’intera narrazione del gioco: la Londra contemporanea in cui Dracula deve combattere gli accoliti di Satana, tra robot e multinazionali senza scrupoli, e le pregevoli atmosfere gotico-fantasy medievali ben note ai fan della saga.

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Caos e vuoto

Castlevania: Lords of Shadow 2 riprende in toto il gameplay del suo predecessore con alcune novità e piccole modifiche di sorta.

La prima vera novità è l’inserimento della telecamera libera gestibile dal giocatore. Se da una parte l’intento di uniformare il gameplay agli altri esponenti del genere action è apprezzabile, l’esito finale lascia a desiderare. È palese la leggerezza con cui è stato inserito questo elemento: più volte ci si ritrova a combattere contro una pletora di nemici – in grado di tanto in tanto di eseguire attacchi imparabili peraltro – e di perderne di vista alcuni a causa della telecamera che va per fatti suoi, con conseguenti colpi nel groppone subiti senza la possibilità di schivarli.

Le meccaniche di combattimento, nonostante l’irritante telecamera, sono squisitamente tecniche. Gli “strateghi” degli action che preferiscono un approccio ragionato rispetto al button smash agli scontri avranno soddisfazioni.

Tornano dal precedente capitolo i due attacchi speciali del Caos e del Vuoto – rispettivamente in grado di abbattere armature e rubare energia vitale ai nemici – affidati stavolta a due armi specifiche estraibili con la pressione dei pulsanti dorsali. Le due armi in questione, la Spada del Vuoto e gli Artigli del Caos, possono essere attivati attingendo a due distinte fonti di energia, fonti che possono essere riempite inanellando una serie di attacchi per riempire la barra del Focus, che viene azzerata al primo colpo subito.

Nonostante il sistema sia sulla carta convincente, pad alla mano vengono a galla alcune pecche. Come dicevamo i nemici sono in grado di attivare molto spesso degli attacchi imparabili, rendendo del tutto controproducente l’utilizzo della parata e successiva contromossa, costringendo il giocatore ad abusare della schivata. Oltre ad essere difficile da eseguire con il giusto tempismo, la schivata spezza il ritmo delle combo rischiando di andare a svuotare la barra del Focus per inattività. Questo circolo vizioso porta talvolta ad una frustrazione acuita dal fatto che i nemici subiscono molto poco contraccolpo dagli attacchi di Gabriel. Spesso gli avversari non mostrano nessun feedback ai colpi e attaccano il giocatore anche durante un attacco subito, costringendo a ricorrere ad una schiavata riattivando il “circolo vizioso” di cui sopra.

In generale i combattimenti, a patto di prendere confidenza con le problematiche esposte sinora, risultano molto impegnativi per la gioia dei giocatori hardcore. La difficoltà degli scontri non sta tanto nell’analisi dell’avversario che spesso dimostra dei pattern poco variegati e ripetitivi, quanto al numero di nemici su schermo ogni volta, spesso anche a supporto di boss o mini-boss. Nota di demerito per la qualità altalenante dei boss fight: a volte epici ed intriganti, a volte banali e ripetitivi tra l’altro in arene non molto ispirate – spesso strutture circolari senza particolari elementi architettonici.

Dove Castlevania: Lords of Shadows 2 si mostra invece decisamente interessante è nella struttura delle tre armi disponibili. Per ogni equipaggiamento è possibile sbloccare un gran numero di mosse e combo, rendendo così i combattimenti molto variegati e modellabili allo stile di gioco di ognuno. Risulta molto pregevole il sistema di avanzamento delle armi stesse: utilizzando una mossa si va a riempire la sua riserva di punti esperienza, i quali ad un certo punto potranno essere trasferiti nella riserva dell’arma stessa aumentandone l’efficacia. In questo modo il giocatore è costretto a diversificare l’uso degli attacchi e delle combo, pena l’impossibilità di potenziare l’arma. Espediente a dir poco sagace.

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Oltre alle armi c’è di più

Tra un combattimento e l’altro Castlevania: Lords of Shadow 2 offre la possibilità di cimentarsi in fasi di platforming decisamente poco ispirate che strizzano l’occhio al parkour di Assassin’s Creed, senza però avvicinarsi minimamente al risultato della saga di Ubisoft. Oltre ad essere ripetitive, completamente scriptate e noiose, spesso risulta difficile riuscire a capire a livello visivo quali sono gli appigli a cui aggrapparsi – evidenziati da un piccolo stormo di pipistrelli – rispetto a quelli che sono elementi di scenario non interattivi. Se aggiungiamo il fatto che ogni volta che si sbaglia, peraltro contro un livello di sfida prossimo allo zero, si perde una discreta quantità di energia e si torna all’inizio della scalata, potete capire quanto queste sequenze possano risultare frustranti.

Del tutto nuove e completamente dimenticabili sono le sequenze stealth. Intendiamoci, l’intento di inserire delle sequenze più ragionate è lodevole, ma Mercury Steam avrebbe ottenuto un risultato di molto migliore semplicemente ispirandosi a quindici minuti di gameplay di uno Splinter Cell a caso. In queste sequenze ci si ritrova in stanze di piccole dimensioni a dover superare una guardia Golgoth pesantemente armata ed invincibile, cosa che è narrativamente plausibile nei primi momenti di gioco, un po’ meno alla fine quando Gabriel ha riacquistato quasi tutti i suoi poteri ed abbatte nemici molto più temibili delle Golgoth.

Questi frangenti si risolvono tutte allo stesso modo: ci si trasforma in ratti, si attraversa un cunicolo o un passaggio alternativo, si possiede magicamente la guarda e si uccide o si sfrutta per aprire porte o attivare pulsanti – ogni tanto nel mezzo si usa un’abilità o un oggetto particolare. Un grado di emozione e coinvolgimento pari a quella di ricevere un SMS. Queste sequenze inoltre sono presenti in gran numero e piuttosto che rallentare il ritmo di gioco lo smorzano del tutto, diventando solo dei noiosi impedimenti al proseguimento del gioco da risolvere in fretta sbuffando e sbadigliando.

La morte ti fa bello

Dal punto di vista tecnico Castlevania: Lords of Shadows 2 è altalenante. Le ambientazioni fantasy e barocche quasi medievaleggianti sono molto ispirate e sono un piacere per gli occhi, Mercury Steam ha fatto un gran lavoro ed è un piacere vedere Gabriel muoversi tra sotterranei e stanze piene di arredamenti inquietanti e macabri – in pieno stile con i temi del gioco – illuminate dalla debole luce delle candele.

Mentre le sequenze nelle ambientazioni tipiche di Castlevania sono ben curate e stilisticamente più che pregevoli, è il setting moderno nella Londra a tratti steampunk che non convince. Oltre a stonare molto con il design di Gabriel e delle sue armi è l’ambientazione in generale ad essere poco accattivante, non molto ispirata e a tratti decisamente scialba nella caratterizzazione di personaggi e ambienti. Poi, opinione personalissima di chi scrive, vedere muoversi un vampiro in una città moderna tra auto e robot fa alzare più di un sopracciglio.

Ottimo invece il lavoro svolto nelle numerose cutscene che accompagnano la narrazione. Mercury Steam ha spinto sul pedale della spettacolarità: i filmati sono ben coreografati quasi hollywoodiani, e con il supporto della bellissima colonna sonora di Oscar Araujo, delicata e d’effetto nelle scene di dialogo e maestosa nei combattimenti, la storia a tratti banale e vittima dei cliché riesce a coinvolgere il giocatore come ci si aspetterebbe da un action con demoni, vampiri e Satana.

Tecnicamente Xbox 360 ha visto titoli migliori. Mentre il frame rate è sostanzialmente privo di rallentamenti – dettaglio fondamentale per un action – il numero di poligoni con cui sono realizzati gli elementi di gioco è discontinuo. Gabriel e pochi altri elementi in primo piano sono ben curati e danno una buona impressione, molti personaggi ed elementi architettonici così come gli sfondi sono invece altalenanti, con alcune texture al limite dell’oltraggioso la cui scarsa fattura è rilevabile anche da un occhio poco esperto.

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In conclusione

Castlevania: Lords of Shadow 2 non è un disastro, ma si poteva e si doveva fare di meglio.

La realizzazione è altalenante: il pregevole combat system con alcune lievi sbavature si scontra contro le poco riuscite fasi di platforming e le imbarazzanti fasi stealth. L’impressione è che Mercury Steam abbia dovuto soccombere alla necessità di accontentare le masse ed inserire così diversi elementi di gameplay, non riuscendo giocoforza a realizzarle tutte con la dovuta cura. Sta di fatto che Castlevania: Lords of Shadow 2 rimane un sequel discreto che lascia con l’amaro in bocca per le tante potenzialità non sfruttate.

Gabriel il novello Dracula vi accompagnerà per circa una decina d’ore, aggiungendone altre cinque o sei per la ricerca di tutti i numerosi collezionabili e il backtracking necessario per ottenerli.

Abbiamo recensito Castlevania: Lords of Shadow 2 grazie a una copia gentilmente offerta da Xbox.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.
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