Assassin's Creed III

Quello che voglio da Assassin’s Creed III

di • 6 marzo 2012 • Senza categoriaCommenti (0)2132

E rivoluzione fu. Il trailer di Assasin’s Creed IIIlo abbiamo visto ieri – è quello che tutti avremmo voluto vedere già qualche anno fa. Ditemi: voi non avreste fatto a meno dei due spin-off di Ezio Auditore? Io sì, di sicuro. C’è qualcuno che, invece, non ha potuto farne a meno. È Ubisoft, e i motivi sono (ormai) sotto gli occhi di tutti: Assassin’s Creed III è in sviluppo “da oltre tre anni”. Impossibile, nel mercato dei Call of Duty novembrini, restare fuori dal giro per tutto questo tempo.

Assassin's Creed III

Così i nodi, come sempre, vengono al pettine. Oggi possiamo guardare a Brotherhood e Revelations per quello che effettivamente sono e sono stati: due carte giocate intelligentemente da Ubisoft per tenere vivo l’interesse su un franchise che altrimenti sarebbe stato dimenticato. Ora, però, il rischio è ancora più grande. Tutti si aspettano la rivoluzione da Assassin’s Creed III, quella rivoluzione che io ho cercato nei due spin-off per poi scoprire, in tempi non sospetti, la triste verità. Quella rivoluzione che è da sempre nelle corde della serie, fin dal primo, amato-odiato episodio, ma che non è mai sbocciata appieno. E se la rivoluzione non ci sarà? Il gioco avrà comunque successo al botteghino, ok. Ma che brutta figura farebbero i francesi! Per questo motivo, e semplicemente perché il trailer m’è piaciuto, credo che la rivoluzione, alla fine, ci sarà davvero.

Non parlo – l’avrete capito – della Rivoluzione Americana. Quella c’è ed è più che evidente negli 86 secondi del trailer. La vera rivoluzione che vorrei è una questione di sostanza, non di forma, ma credo che su questo potremmo essere tutti d’accordo. La sostanza di un gameplay che possa finalmente portare delle vere innovazioni, che possa fare di Assassin’s Creed III quello che gli episodi precedenti hanno solo cercato di essere: un videogioco divertente. Plain and simple.

L’ambientazione scelta da Ubisoft mi sembra il terreno più adatto per un’operazione di questo tipo. Insomma, mi piace e non lo nego. Non nascondo neppure di aver sentito un brividino lungo la schiena quando, al 60esimo secondo del video, una vallata bianca stracolma di soldati americani fa da sfondo a Connor (per gli amici Ratohnhaké:ton), di spalle, in primo piano. Quello che vorrei fare se in quel momento avessi un pad tra le mani? Buttarmi nella mischia, sentire tra le dita l’adrenalina di una grande battaglia, il grido patriottico di George Washington. E poi vorrei girovagare per le lande nordamericane come in un revival di Red Dead Redemption, ma con una lama celata pronta da sfoderare. Sbucare di soppiatto dalla vegetazione per fare carneficina di quel gruppo di soldati inglesi. Colorare di rosso la neve, e scappare via per ritrovarmi proprio là, affacciato su quella vallata.

Insomma, vorrei giocare al trailer. Vorrei esattamente quello. Se Ubisoft riuscirà a farmi provare queste sensazioni, allora Assassin’s Creed III sarà – stavolta per davvero – il gioco dell’anno.

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