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Xbox One: qualità o quantità? Il dilemma del lancio

di • 20 novembre 2013 • Videogames, inc.Commenti (0)2814

“In questo momento, tutti i publisher stanno spostando le loro risorse per lo sviluppo. Per un gioco come Assassin’s Creed IV: Black Flag, gran parte delle vendite saranno fatte ancora su piattaforme current-gen. Non possiamo fare una versione per PS4 o Xbox One così evidentemente diversa da non poterla commercializzare con le altre. Quindi, per ora, gli sviluppatori e i designer sono concentrati nel fare un gioco che funzioni molto bene su tutti i sistemi ma, man mano che sposteremo le risorse sulla next-gen, sarà più difficile farlo perché la potenza di queste macchine permetterà di essere molto più creativi”.

Tony Key, senior VP alle vendite e al marketing di Ubisoft, in un’intervista concessa a GamesIndustry International.

Ryse: Son of Rome

Ryse: Son of Rome

Un discorso molto franco ad appena due da giorni dall’uscita di Xbox One e, diciamoci la verità, per cui tutti avremmo messo la mano sul fuoco: i day one sono ciclicamente contornati da titoli incompleti, arrivati al traguardo col fiatone e dai quali ormai non ci si aspetta neppure più di tanto.

Parlando di Ryse: Son of Rome con degli amici, ad esempio, ho notato che è saltata ripetutamente fuori la frase “sì vabbè, tanto è un titolo di lancio”. Stessa cosa per Dead Rising 3: anziché esultare per la possibilità di averlo e giocarlo così presto, c’era qualcuno che si lamentava, temendo una precocità che console più avanti nel loro ciclo vitale non avrebbero noverato tra i propri problemi.

Niente di più vero.

Lo sviluppo sulle macchine videoludiche ha ormai pochi segreti per noi utenti. Su questo aspetto ha inciso moltissimo la diffusione di Internet, che ha praticamente rotto quel sottile strato di segreto e magia che separava i diversi attori dell’industria – creatori e giocatori in primis. Adesso sappiamo che “non possiamo fare una versione per PS4 o Xbox One così evidentemente diversa da non poterla commercializzare con le altre”, per dirne una, o “gli sviluppatori e i designer sono concentrati nel fare un gioco che funzioni molto bene su tutti i sistemi”, un’altra ancora. Un dato di fatto che Mr. Key di Ubisoft dà così per scontato da poter divulgare e gridare ai quattro venti.

Dead Rising 3

Dead Rising 3

La speranza è che quest’ondata di trasparenza non sia un cattivo presagio e che ad essa seguano dei fatti concreti: un impegno, nel caso dell’editore francofono, ad osare molto, molto più che in Assassin’s Creed IV: Black Flag next-gen nell’immediato futuro; una promessa, da parte di chi spinge per avere un day one quanto più ricco possibile, a ragionare con l’occhio del videogiocatore prim’ancora che col portafogli. Che Dead Rising 3 non scatti, che Ryse: Son of Rome non sia soltanto un’accozzaglia di QTE e che i multipiattaforma non siano delle semplice derivazioni da versioni PC neppure tanto performanti.

Sapremo dirvi la nostra solo tra qualche giorno, con Xbox One nei negozi e le mani sul pad.

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