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Durante il mese di ottobre, nella già discussa cornice di Arkham Origins – un buon titolo, poco coraggioso, ma sufficientemente godibile -, ha visto la luce su PlayStation Vita e Nintendo 3DS Batman: Arkham Origins Blackgate, un videogame con grafica 2,5 D sviluppato da Armature Studio, una software house fondata da alcuni ex dipendenti di Retro Studio e diversi veterani dell’industria videoludica.

Il titolo ha permesso ai giocatori di vivere e continuare la storia dopo gli avvenimenti del prequel della serie, ponendosi di fatto tra quest’ultimo e il più acclamato capostipite made in Rocksteady, Batman: Arkham Asylum. A distanza di qualche mese arriva l’inevitabile protagonista di questo pezzo, la Deluxe Edition per home console, una più ricca controparte tirata a lucido per l’occasione che probabilmente farà felici i fan del supereroe DC Comics sprovvisti di una portatile.

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“Stradaaa facendooo veedraiii…”

Siamo nella prigione di Blackgate, dove l’uomopipistrello è stato chiamato per fermare una rivolta in atto che sarà fondamentale nell’intero universo di Arkham. Dopo un breve tutorial in cui daremo la caccia a Catwoman, ci ritroveremo incastrati a Blackgate dalla stessa, l’unica persona in grado di fornirci l’arsenale adatto per sconfiggere le minacce che andremo ad affrontare. Delle minacce che sono rappresentate in primis dai tre villain principali proposti dal gioco: il Pinguino, Black Mask e Joker. Un tris di brutti ceffi affrontabile nell’ordine che si preferisce in una festa all’insegna del backtracking e dell’upgrade più o meno facile, intervallata da scene d’intermezzo fumettose e con un ottimo doppiaggio, ma purtroppo troppo poco solide e convincenti per portare avanti un comparto narrativo che inciampa già da sé.

La struttura alla base dell’action è la stessa di un classico Metroid/Castlevania bidimensionale – non per niente il genere è stato giustamente denominato metroidvania – con la maggioranza del tempo di gioco dedicato all’esplorazione della mappa alla ricerca di quell’oggetto o quella determinata abilità. Gli scontri con i nemici girano infatti tutti attorno alle caratteristiche guadagnate durante le lunghe sessioni esplorative e il più delle volte possono essere risolti solo mettendo in atto la giusta tattica precedentemente assimilata. Non a caso spesso ci ritroveremo inermi di fronte agli scagnozzi armati, su cui poco conta battagliare a suon di calci e pugni come abbiamo imparato a fare nelle iterazioni casalinghe della serie. Anche qui risulterà fondamentale l’utilizzo della detective mode per trovare segreti e esplorare gli anfratti nascosti delle stanze. Insomma, una struttura in fin dei conti ben articolata che fallisce però nei punti in cui dovrebbe eccellere per far spiccare il volo a una produzione altrimenti poco sopra alla sufficienza: la profondità della mappa e la concretezza del backtraking.

Mi spiego meglio: è affascinante e gratificante esplorare più volte le location alla ricerca di un potenziamento o tornare in un posto forte della nuova skill acquisita, ma solo se fatto con concretezza, come nei migliori Metroid per SNES o GBA (che il Dio dei videogiochi li abbia in gloria). Qui invece, una volta fatti fuori i bersagli, il tutto si limita a tornare in ambienti spogli, totalmente vuoti e, nel peggiore dei casi, a girare inutilmente e nervosamente per trovare finalmente quel dettaglio che non avevi notato per colpa di indicazioni o suggerimenti poco chiari.

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Passando poi al comparto tecnico, non sono proprio sicuro che il passaggio all’alta definizione abbia fatto bene a una resa originariamente già slavata e poco pulita dal punto di vista della rifinitura. Si ha spesso la (normalissima) sensazione di essere di fronte a un gioco portatile preso e spalmato per benino su uno schermo infinitamente più grande. E il risultato finale equivale a un feeling cheap che di certo non si sposa bene con la grandezza e l’imponenza di un franchise così importante, soprattutto considerando quello che ha fatto per il binomio fumetto/videogioco e, più in generale, per i giochi su licenza.

Detto questo, c’è anche da considerare il fatto che l’aggiunta di alcune migliorie (suggerimenti e navigazione sono solo due delle caratteristiche limate), una nuova mappa e l’audio Dolby Sorround 5.1 chiudono un pacchetto leggermente più bello e grande dell’originale alla metà del prezzo iniziale. In buona sostanza, vi sto dicendo che potreste chiudere un occhio.

In conclusione

A conti fatti Batman: Arkham Origins Blackgate Deluxe Edition è una buona alternativa alla classica formula a cui siamo stati abituati con i capitoli maggiori della serie. Un discreto passatempo in attesa del più ambizioso Arkham Knight che fallisce nel proporre quella raffinatezza che lo avrebbe reso un grandissimo esponente del genere metroidvania e l’ennesimo punto fermo nel franchise marchiato Warner. I fan di Batman apprezzeranno, tutti gli altri un po’ meno.

Commenti A te la parola, boxaro... Ehm, lettore, pardon.