WRC 2

WRC 2: Fia World Rally Championship, diesel per gli appassionati

di • 11 novembre 2011 • RecensioneCommenti (3)1346

WRC 2: Fia World Rally Championship è un diesel, parte lento ma poi, per costanza e attaccamento, difficilmente riesci a liberartene. La metafora motoristica ci sta tutta perché, sì, stiamo parlando di un racing, ma è anche vero che questo, al primo impatto, deluderebbe persino il più patriota degli italiani. Felicissimo di mettere mano a una produzione nostrana, sia chiaro che ripongo sempre grande fiducia in Milestone (SBK e MotoGP non sono mica sciocchezzuole), ma l’approccio al suo rally non è stato dei migliori. D’altronde, io come tanti altri videogiocatori, ho ancora stampate in mente le immagini della – visivamente parlando – miglior serie automobilistica di questa generazione, DiRT, ed è pertanto complesso, almeno nelle fasi iniziali di gioco, abituarsi a uno standard nettamente inferiore.

L'auto è personalizzabile in ogni minimo aspetto, dall'estetica alla meccanica.

Nelle fasi iniziali del gioco, dicevo, e sono pronto a confermarlo. WRC 2 ha l’enorme merito di porre da parte il comparto grafico (che, per quanto gradevole, specie nelle location meno illuminate, non è all’altezza dell’illustre competitor) e conquistarti così com’è, con la profondità delle sue svariate modalità. Non mi sono mai ritrovato a dire “cavolo, qui però non si sono impegnati per niente”, perché, al di là dell’assenza di una cultura della spettacolarizzazione sempre più importante nell’industry, è tutto al posto giusto. È tutto dove dovrebbe essere, è tutto Milestone. Il titolo su licenza World Rally Championship trasuda infatti la filosofia sfrenatamente orientata al realismo che ha fatto della software house milanese una delle più credibili e fidate al mondo.

Road to WRC, il perno della produzione, è così profonda e ben organizzata da farti chiedere se smetterai mai di giocarci. Le opzioni sono tante, gestite in modo che l’utente non si senta soffocato, come spesso accade, dalle miriadi di cose da fare: sequenzialmente, penso al primo giro in auto, alla scelta del co-pilota, all’ingaggio dei meccanici e così via. Cose da fare, ribadisco, passo dopo passo, una corsa dopo l’altra. Perché poi sono loro le protagoniste, le corse, e lì il feeling è quello noto agli amanti del rally su console: i movimenti dell’auto non sono liberi come dovrebbero, la sensibilità allo spostamento della leva analogica è sempre un tantino elevata, ma l’impressione è che sia più una questione d’abitudine che un vero difetto del gioco. Tant’è che, superato il già citato e proverbiale impatto iniziale, raramente verrà da lamentarsene.

Se c’è qualcosa per cui passare all’immancabile amaro in bocca, questa è la mancanza di coraggio mostra in alcune occasioni dagli sviluppatori. Oltre il sistema di rewind (che avrebbe peraltro bisogno di una rivisitazione perché, differentemente da quanto visto in Forza Motorsport, è possibile attivarlo solo in seguito a schianti letali per la vettura), Milestone si è concessa davvero poche libertà sulla formula elementare del genere. Se da un lato tale schema ci riconduce alla mia precedente frase “è tutto dove dovrebbe essere”, dall’altro fa pensare che un colpo di creatività, anche solo nella costruzione dell’interfaccia, non avrebbe certo danneggiato il titolo. È strano vedere come il nostro paese, tradizionalmente popolato da caratteri istrionici, non riesca a sfornare developer con il genio di americani e, nell’ultimo periodo, ex-sovietici; genio che avrebbe senz’altro portato, magari con una qualità tecnica inferiore, a un maggiore sfruttamento dell’appetitosa licenza ufficiale.

Pertanto consiglio WRC 2 ai patiti del rally e agli utenti che amano gestire alla maniera delle simulazioni ogni aspetto del proprio team motoristico; i videogiocatori a caccia di emozioni forti sullo sterrato, lo dico con una punta di tristezza, dovrebbero invece rivolgersi altrove.


Sviluppato da Milestone e pubblicato da Black Bean, WRC 2: Fia World Rally Championship è disponibile dal 19 ottobre per Xbox 360, Playstation 3 e PC.

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  • Edogalax

    eccomi quà, la sensazione che volevo portare è che secondo me si tralascia un pò troppo l’hardcore e la simulazione in favore del casual,, probabilmente dal punto di vista economico hanno ragione,  però credo che una fetta di appassionati desideri titoli difficili o veritieri a seconda del genere del gioco.. a me piacciono molto i rally, li seguo e li andavo a vedere.. ma purtroppo su xbox 360 non viene riportato l’unico vero gioco di rally che è RBR.. non penso che costerebbe molto adattarlo.. ma forse avrebbe troppi pochi acquirenti perchè è una vera simulazione..

    • Anonimo

      Il problema di un gioco come RBR è che, come dicevi, avrebbe un pubblico così ridotto da non giustificare le spese in cui l’eventuale publisher dovrebbe andare incontro. DiRT, invece, non ha problemi del genere… perché il rally è solo un setting, un’ambientazione, per un gioco d’auto che alla fine ha poco da spartire con il mondo della WRC.

      • Edogalax

        si, hai ragione, finanziariamente è un suicidio.. era solo una piccola voglia di rbr, dato che il mio pc tira avanti con lo scotch  :)  maledetta nostalgia, sempre lei :) 
        complimenti per le vostre rubriche e il vostro impegno, a presto!