Silent Hill: Downpour

Silent Hill: Downpour, è questa la strada giusta

di • 4 maggio 2012 • Senza categoriaCommenti (0)1873

Nonostante le recriminazioni, nonostante le delusioni, nonostante l’hype che man mano scema, scema come la Konami che affida la sua (ormai ex) serie di punta a un team di sconosciuti, Silent Hill: Downpour è un buon titolo e indica con una certa modestia la strada da seguire per i prossimi episodi. Indica la strada, attenzione, non la soluzione ad uno stallo che va avanti da parecchie iterazioni del survival horror, e che riguarda un aspetto impossibile da sottovalutare: il sistema di combattimento.

Vedete, il sistema di combattimento è solitamente la valvola di sfogo di tutta la tensione accumulata nel corso di un’avventura – e di tensione ce n’è anche, in Downpour, per fortuna. Non puoi sottostimarlo, non puoi dedicartici meno che ad altri fattori, perché altrimenti le basi che hai creato, per quanto solide e collaudate, non serviranno a nulla, non culmineranno certo in qualcosa di positivo. Ecco, Silent Hill vive questa precarietà da troppo tempo e non sembra in grado, anche per via dei continui cambi alla sua direzione, né di assestarsi su livelli di decenza, né di imboccare una rivoluzione vera e propria come successe a Resident Evil con il quarto capitolo. Lungi da me l’invocare un capovolgimento pure della serie Konami, di action mi bastono quelli – milioni – che invadono ad oggi il mercato: parlo di un’evoluzione al contrario, parlo della cancellazione completa dei combattimenti.

A dispetto di un inizio poco coraggioso, la prima ora di Downpour è da urlo.

Follia? Non per me. Vatra Games, per quanto inesperta software house dalla Repubblica Ceca, ha mostrato le qualità necessarie portare avanti una simile idea e dovrebbe avere tutta la carta bianca da un publisher, e qui mi appello al suo passato glorioso, capace di creare un universo fantastico come quello di Silent Hill. Downpour ne è la prova: la realizzazione tecnica non è nulla di speciale, sebbene sia a tratti gradevole (pioggia) e ad altri disgustosa (alcuni nemici e glitch della fisica); la storia – con le sotto-quest che spuntano alla media distanza, le scelte che non scelgono, i personaggi ambigui, gli enigmi un po’ casuali – non è il massimo dell’originalità ma è approfondita quanto basta per far emergere il background del franchise, richiamato a forza con un paio di citazioni ben riuscite. È bello “passeggiare” tra la tavola calda, le grotte di Devil’s Pit, la stessa città di Silent Hill… è proprio bello. Bisognerebbe spingere su questo, non su degli scontri con mostri poco credibili e dall’intelligenza artificiale quasi offensiva di quella umana. Cancellateli, rimuoveteli, fate diventare questa serie ciò che merita di essere, un’avventura in terza persona, ed escogitate a quel punto uno spannung ludico. La pena è restare inchiodati ai 7 e prendersi commenti come “peccato”, “parte bene ma poi…”.

La pena è questa.


Sviluppato da Vatra Games e pubblicato da Konami, Silent Hill: Downpour è disponibile per PlayStation 3 e Xbox 360 dal 13 marzo.

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