Pro Evolution Soccer 2011

di • 17 ottobre 2010 • RecensioneCommenti (0)1623

Ottobre, il calcio torna nel vivo della sua stagione nei campi e nelle console degli appassionati sparsi per il mondo. Liquidato il “solito” Fifa – la nostra recensione, a proposito – passiamo con decisione all’analisi di PES 2011, il contendente che più ha da dimostrare, per decretare il vincitore di una sfida ormai annuale. Una sfida combattuta, stavolta, ma non del tutto ad armi pari, perché Konami ed Electronic Arts si sono finalmente avviati su sentieri diversi.

Era successo, e l’avevamo sottolineato proprio in queste pagine, già con Guitar Hero e Rock Band. Il primo sceglie di restare gioco, il secondo si lancia nel mondo del realismo (non a tutti i costi, date un’occhiata alla velocità regolabile: chi sarebbe così folle da perdersi i casual?). Una sentenza che sentiamo di dover ribadire anche per la contesa tra Fifa e PES, con un franchise, quest’ultimo, in grado finalmente di battersi, di ergersi a baluardo di verosimiglianza con il mondo reale del calcio. Non a tutti i costi, naturale, e si tratta di una scelta a metà tra simulazione e arcade come tante nei videogiochi moderni.

In casa Konami, l’ago della bilancia continua a pendere verso la ricerca dell’imitazione del vero. Un’imitazione che aveva portato risultati disastrosi negli scorsi anni, ma che nell’uscita 2011 di Pro Evolution Soccer 2011 inizia a trovare le misure giuste. Così accade che Seabass & co. riscoprono il piacere e la necessità delle finte per bilanciare la lentezza delle animazioni (mutuate dal rivale, ma EA ancora domina in un discorso di mera tecnica), per dare l’impressione che, in fondo, il football non è soltanto esercizio di passaggi da fermo – di buona fattura i passaggi, per carità, siamo riusciti tra l’altro a lanciare in profondità manco fossimo l’Andrea Pirlo della situazione. Non crediamo però che l’utilizzo dei trick renda meno realistica l’esperienza offerta, anzi: il gioco non raggiunge la libertà a 360° che tutti promettono sempre e comunque, ma risulta di gran lunga meno sui binari a confronto con le sue precedenti iterazioni. Un risultato che dovrebbe compiacere i vecchi fan della serie, visto che peculiarità come l’ottimo tiro e, in genere, la qualità delle modalità single-player non sono andate perdute.

Dici single-player, e sbuca il punto forte di PES: il gioco offline, con la compagnia di qualche amico e, magari, di una birra ghiacciata. Ma come si comporta lo sportivo giapponese all’ennesima possibilità offertagli da Xbox Live? La sfrutta sulla carta ma non al massimo delle potenzialità in campo. Questo a causa del seppur lieve lag che sembra ancora affliggere i server Konami e della scarsa quantità di utenti connessi: basti pensare che abbiamo davvero faticato a provare non tanto la nuova Master League, quanto Diventa un Mito, pressoché snobbata dai calciatori virtuali che, è evidente, preferiscono controllare una squadra al completo. E che squadra: la famigerata ML di quest’anno ci ha messo in condizione di iniziare con gli storici personaggi fittizi del franchise (ci siamo anche un po’ affezionati) e di scegliere, partita dopo partita, gli elementi da ingaggiare; il cui prezzo, cosa interessante, varia in base alla richiesta che di loro fanno i patron sparsi per il mondo – niente Messi alla prima stagione, dunque. Altrettanto intrigante è la possibilità di creare tornei e parteciparvi per accumulare il denaro necessario alla campagna acquisti nonché la gloria che spetta soltanto ai migliori.

Ma è da un punto di vista strettamente visivo che Pro Evolution Soccer 2011 rompe con il passato: proprio dalla serie che aveva introdotto la visualizzazione dei nomi e delle principali istruzioni sul fondo dello schermo viene la completa rimozione della stessa. Tradotto in parole povere, grazie alla “pulitura” degli sviluppatori nipponici, potrete liberarvi persino del cursore sulle teste dei calciatori; il che, fuso alla visuale in linea con quella delle trasmissioni televisive, rende questo gioco quanto di più vicino al vero abbia mai calcato i prati videoludici. Ciononostante, dobbiamo sottolineare che poco e male si è lavorato sulla pura grafica. Sono state riviste in particolare le cut-scene, ma con risultati tutt’altro che soddisfacenti: le inquadrature si riempiono di blur per evidenziare gli spostamenti dei calciatori mentre il frame-rate crolla inesorabilmente. Ne avremo controllate due o tre, prima di decidere quante volte premere il tasto Start per rimuoverle. Maluccio pure l’audio con un tifo poco partecipe delle azioni e una telecronaca che, sempre simpatica, avrebbe bisogno di una svecchiata.

Chiudiamo quindi la nostra analisi convinti che Konami abbia intrapreso la strada giusta per differenziare la propria offerta e combattere su campi diversi la forte concorrenza canadese. L’uno contro uno di quest’anno viene vinto ancora da quest’ultima, per i pregi e i difetti del qui presente, ma i fan sappiano che PES è pronto ad accoglierli come mai prima su console next-gen.

Valutazione generale

Presentazione: 8
Molto meglio i menù rispetto alla scorsa release. Qualche voce potrebbe essere accorpata per una maggiore facilità d’uso, ma siamo davvero nei dettagli.

Gameplay: 8
Ancora lente le animazioni dei calciatori, ma il tutto risulta alleggerito grazie all’utilizzo dei trick che permettono persino (!) di saltare l’uomo. Peccato che il titolo resti essenzialmente lo stesso anche all’aumentare della velocità – cresce soltanto la rapidità delle azioni, non quella dei gesti.

Grafica: 8
Nessun passo in avanti se non nella svolta “minimalista” che apprezziamo moltissimo. Alla maniacale realizzazione di volti e stadi (i pochi disponibili) si oppongono cut-scene poco ispirate da un motore grafico costantemente sotto sforzo.

Sonoro: 7.5
La coppia Pardo-Altafini inizia a ripetersi, scarso impegno sul campionamento del sonoro in campo nonostante gli extra da sbloccare.

Longevità: 8.5
Master League offline e online, Diventa un mito, Coppa Libertadores per la prima volta… insomma, gli ingredienti per un’esperienza alquanto rinnovata ce ne sono. Alla vostra passione per il calcio il giudizio.

Multiplayer: 8
Il tentativo di portare la ML su Xbox Live è interessante e ponderato, ma sa ancora di migliorabile. Buono il matchmaking, non del tutto lag-free il gioco che comunque si lascia godere.

Voto Complessivo: 8

Via la crisi dal nome Pro Evolution Soccer. Gli sviluppatori paiono aver trovato l’indirizzo corretto, sta a loro se citofonarci o meno nel corso dei prossimi anni.

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